Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona
Immagine, catalogo, biblioteca. Una storia personale
La schedatura di un fondo archivistico costituito principalmente da materiale iconografico come fotografie e cartoline presenta diverse problematiche. Una delle sfide principali riguarda la catalogazione e la restituzione delle informazioni contenute in questi materiali, specialmente quando si tratta di cartoline che hanno in sé una documentazione geoiconografica molto specifica.
Queste, infatti, non rappresentano solo luoghi, ma contengono anche altri dati importanti come l’editore, il francobollo e altri dettagli rilevanti, possono avere informazioni aggiuntive come annotazioni o timbri e sono materiale edito.
In passato, era difficile restituire tutte queste informazioni in modo efficiente. Progetti come “Eidos”, che prevedevano la digitalizzazione delle stampe e la loro inclusione in programmi specifici, sono state utili, poiché hanno consentito una consultazione più agevole di questi materiali, anche se, ormai, tali programmi sono diventati obsoleti.
Le nuove tecnologie, come il web semantico, offrono ampie possibilità di migliorare l’accesso e la fruibilità delle fonti geoinconografiche. I bibliotecari svolgono un ruolo fondamentale in questo processo e hanno una responsabilità civile e sociale nel garantire che le fonti siano accessibili e valorizzate.
Un bibliotecario o un data librarian può assumere un ruolo attivo nell’organizzazione, nella gestione e nella valorizzazione di queste fonti. Possono collaborare con le istituzioni per sviluppare strumenti e metodologie di interrogazione che permettano una ricerca multipla, relazionale e condivisa da parte della comunità.
In definitiva, l’obiettivo è garantire la conservazione, l’accessibilità e la valorizzazione delle fonti geoiconografiche, sfruttando le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e coinvolgendo attivamente gli utenti e le istituzioni per un utilizzo efficace e responsabile del patrimonio culturale.
A. P.